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• Reg. Tribunale di Trani Num. 7/07 del 10 Marzo 2007 • Editore: Le Vele Srls - Corso Mazzini 15 - Corato (Ba) • Dir. Resp.: Viviana D'introno​ • Pubblicità: Sette Sette

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La disabilità oggi, se ne parla al Liceo Oriani

05-12-2021 18:07

Redazione

ATTUALITA', CULTURA,

La disabilità oggi, se ne parla al Liceo Oriani

All'indomani della giornata mondiale delle persone con disabilità (3 dicembre), il Liceo classico di Corato ha ospitato nel suo atrio il convegno dal

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All'indomani della giornata mondiale delle persone con disabilità (3 dicembre), il Liceo classico di Corato ha ospitato nel suo atrio il convegno dal titolo "la disabilità, dal contesto globale al quotidiano". Moderati e condotti da Vincenzo Tota, dinnanzi a rappresentanze di ragazzi provenienti da tutte le superiori della città, i relatori - il Sindaco De Benedittis, l'ass. alle politiche educative e culturali Beniamino Marcone, l'ass. alle politiche sociali Felice Addario Giampiero Griffo componete del DPI (Disable people international) e rappresentante dell'Italia nella stesura della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità e il neuropsichiatra dell'età infantile e adolescenziale Flavio Di Gioia - hanno mostrato ai ragazzi le sfumature di una realtà - quella della disabilità - che non è nè qualcosa di monolitico al suo interno e non vuol più essere solo oggetto di cura e sentimenti pietosi.

 

Griffo - in collegamento da remoto - ha ricordato qual è lo spirito con cui è stata redatta la Convenzione nel dicembre del 2006: incentrare il discorso - e quindi le pratiche - non solo sui "bisogni" ma sui "diritti", che è come dire che le persone con disabilità non sono più oggetti di cura ma soggetti attivi. Questa "svolta", ancora in corso, si deve riflettere nel linguaggio. Come ha spiegato Giada, ragazza dell'Istituto tecnico nella sua relazione, il campo semantico afferente alla disabilità non deve essere un campo di sostantivi, ma di aggettivi: non "x è disabile" ma "x ha una disabilità", in modo da non commettere l'errore di identificare la persona con la sua disabilità. Anche il termine "diversabile" un tempo usatissimo, quasi per addolcire riferimenti e discorsi, ha fatto notare Griffo, contiene in sé la radice di "diversità"; quasi a sottolineare la diversità proprio cercando di edulcorarla. Attualmente in Italia l'80% delle persone con disabilità non ha occupazione, segno che c'è ancora da fare per realizzare l'integrazione.

 

La condizione di disabilità, diventa  ancora più evidente - e in un certo senso più vasta - in una società come la nostra basata sul paradigma della performatività: vali quanto valgono le tue prestazioni, e se non riesci è colpa tua. Un modello che adesso inizia a mostrare la corda: "Nella nostra cultura vi è una componente di patriarcato - ha spiegato di Gioia - che si manifesta nella competizione. I ragazzi più fragili possono non riuscire a reggere (...) e allora gestire l'angoscia diventa impossibile". Di Gioia ha citato quelli che sono i problemi patologici maggiormente diffusi tra gli adolescenti (e accentuati dal lockdown): il fenomeno degli hikkikomori (termine giapponese che si riferisce ai ragazzi che si isolano in casa, usando il computer come interfaccia sul mondo) e quello dei disturbi alimentari; problemi che colpiscono maggiormente i ragazzi il primo e le ragazze il secondo e che derivano dalla stessa radice: un'ansia generata dalla competizione e accentuata dall'esposizione alla virtuale...e come ha detto Di Gioia "dove più si virtualizza, più si disumanizza".

 

La disabilità è dunque una condizione più avvolgente e sfumata di quanto si pensi apparentemente e dipende anche dal modo in cui viviamo - e "siamo vissuti" - dalla nostra società. Combattere per l'integrazione e contro l'abilismo (ovvero la concezione secondo cui chi ha una disabilità si trova in uno stato di "inferiorità" ) significa combattere per una società più giusta